martedì 12 ottobre 2010

Tanti, pochi, nessuno.

Ci sono persone che hanno molti amici. Ne conosco qualcuna anche io, e per un bel pezzo mi sono chiesto se erano persone baciate dalla fortuna, o particolarmente simpatiche, o particolarmente socievoli, o particolarmente attraenti, o particolarmente perbene. La risposta è "probabilmente sì".

Io, che non sono nè particolarmente simpatico, nè particolarmente socievole, nè particolarmente attraente, nè particolarmente perbene, mi sono più o meno sempre dovuto adattare alla mia condizione di persona con pochi amici. Pochi ma buoni, naturalmente, ma il fatto che la frase sia diventata un modo di dire ricorrente non è esattamente uno spot per la sua veridicità. Alla fin fine, non è necessariamente vero. Tanto per fare un esempio, io ritengo di essere tra i "pochi ma buoni" di qualcun altro, eppure non avrei certo la presunzione di sostenere che sono (o sono sempre stato) un buon amico. Anzi.

Qualche tempo fa, un mio amico è stato in ospedale per un incidente piuttosto grave, e quando siamo andati a trovarlo uno di noi ha detto a sua madre, che ci ringraziava per essere dei buoni amici: "Signora, ognuno ha gli amici che si è meritato". La frase mi ha colpito per la sua semplicità e, credevo, per la sua verità. Dopotutto, ho pensato, è vero: il mio amico malato è una persona veramente speciale, ed eravamo in tanti preoccupati per lui proprio perchè è una persona speciale.

Beh, io credo di essere ancora più fortunato di così. Io ho amici che non merito. Ne ho pochi, pochissimi, forse troppo pochi, ma ciascuno di loro è più di quello che dovrei avere se il mondo fosse meritocratico.

Quanto meno, me ne rendo conto.

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