mercoledì 10 dicembre 2014

Oibò, il tempo passa

Che significa "ultimo post il giorno 1 agosto"??? Che non ho scritto niente di niente del mio autunno? Ma quelli che mi dicono che sono una brutta persona hanno ragione...

Vabbè, super riassunto: finalmente ho completato l'iter universitario, e finalmente ho potuto toccare con mano che, obiettivamente, non è cambiato niente. La felicità di chi mi sta accanto è durata la pipì di una farfalla, e la mia poco di più. Però oh, ho smesso di passare tutte le mie ore da sveglio nelle quali non stavo lavorando a studiare, e questo in sé è un gran bel risultato. Pian pianino la tensione si è sciolta, e insomma tutto è tornato al suo posto. Nel netto mettiamoci pure che sul letto di morte mio padre mi odierà un filino meno. Tutto fa brodo nella grande ruota del karma.

E a proposito di karma, la buona notizia andava immediatamente bilanciata, perchè il Dio del Contrappasso è un burlone mica da ridere. Il giorno prima della discussione della tesi un idiota mi ha sfasciato la macchina, e nei giorni successivi mi sono arrivate due notizie davvero brutte relative a due persone a cui voglio bene (quasi) quanto a me stesso. Bei momenti, e per fortuna che una delle due brutte notizie si è da pochissimi giorni rivelata solo un allarme infondato... la seconda purtroppo è vera e definitiva, ed è così brutta che a volte mi impongo di non pensarci per non starci troppo male, e non sono nemmeno coinvolto, per dire. :(

Vabbè, insomma, son laureato, tra poco mi arriva una macchina nuova, e tra poco questo 2014 di merda finisce per non tornare maimaimai più, quindi c'è ancora speranza per il futuro :)

venerdì 1 agosto 2014

Uccidere un cane

Ieri 31 luglio 2014 è uscita sui giornali questa notizia: in breve, il 18 luglio scorso due uomini in provincia di Brescia sono stati immortalati da un escursionista mentre uccidevano uno dei propri cani.
I due sono stati identificati dai Carabinieri e denunciati; le motivazioni del gesto sono da accertare, e la loro versione sarà evidentemente verificata da chi di dovere.

Questa vicenda è oggettivamente orribile. Io amo gli animali, credo che il cane sia una creatura capace di una intelligenza e di una dolcezza straordinarie, e le persone incapaci di riconoscere l'incredibile amore che possono dare le ho sempre trovate un po' aride, lo confesso.

Diciamo di più: io non ho mai avuto un animale domestico fino a pochi mesi fa. Ora ho due gatti e per loro farei qualsiasi cosa. Sono intelligenti, affettuosi, giocherelloni, ed è un piacere prendermene cura. Sono amici, sono famiglia, e mi immagino senza troppo sforzo a far pentire amaramente qualcuno che facesse loro del male. Non proprio come se toccassero i miei nipotini, ma quasi.


Però, ecco... io di questa cosa ho avuto notizia su Facebook questa mattina. Tramite una foto condivisa da un mio contatto sulla propria bacheca. Leggendo i commenti alla foto, si trovano perle come "facciamoli a pezzi sti bastardi", "lo arrestino subito e lo uccidano", "andiamo", "linciaggio", "spedizione punitiva". Vale la pena di sottolineare che oltre alla foto veniva linkato il profilo facebook di uno dei due uomini, l'indirizzo della sua Impresa, e il suo numero di telefono.

Ora, giuro che sono serio: qualcuno mi spiega a cosa serve la gogna? Questi due sono stati identificati dai carabinieri, denunciati, e verranno giudicati ed (eventualmente) condannati dallo Stato italiano per il reato di uccisione di animale, previsto dal codice penale. A cosa serve mettere la loro foto su facebook? A cosa serve far montare l'indignazione? A cosa serve distribuire forconi e torce?

Ve lo dico io a cosa serve: a niente. Volete sentirvi bene? Indignarvi non serve a una mazza, questa è la verità. La pietà vi fa sentire meglio, la pietà vi fa essere utili, la pietà vi allena all'empatia. La rabbia non vi allena ad altro che ad arrabbiarvi meglio la prossima volta, per cose sempre più piccole, finchè reagite all'uccisione di un cane come reagireste all'uccisione di vostro figlio. E fosse il VOSTRO cane, capirei. Ma non lo è. Augurare la morte alla gente non fa di voi persone forti, nè persone morali, nè, udite udite, fa di voi persone che amano i cani.

Fa di voi solo persone che rispondono alla violenza con voglia di altra violenza.

L'amara verità è che la gente non si muove mai per pietà. Si muove sempre per rabbia. Ma la rabbia che fa muovere la gente è quasi sempre selettiva. Ognuno di noi passa davanti a centinaia di potenziali indignazioni ogni giorno, poi ne pesca una che può sfogare da casa tra un cappuccino e un documentario, e la cavalca come se non ci fosse un domani. Così son buoni tutti però. Non pensiate di essere tanto speciali. Provate ad indignarvi per qualcosa per cui è meno facile ottenere dei like. Provate ad indignarvi per qualcosa fatto a qualcuno che tutti disprezzano.

Se poi oh, vi andasse anche di non provare proprio ad indignarvi e lasciar fare ai Carabinieri il proprio lavoro... va poi bene lo stesso, eh.

giovedì 31 luglio 2014

Errore mio

Oggi ha pranzo ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, forse. Cercare di spiegare me stesso davanti a un piatto di insalata.

Ho avuto l'impressione che tutti abbiano subito inquadrato la situazione come un dibattito dove erano in competizione punti di vista contrapposti e dove si segnava un punto se si mostrava all'avversario dove stava il suo errore.

Mentre invece parlavo di me.

E' stata una cosa stupida.

Verità, Bugie, Internet

Qualche anno fa girò per Twitter una storia orribile: un ragazzo era stato ucciso in una rissa davanti ad un negozio dove era esposto in anteprima l'ultimo modello di Nike.
Quando due giornalisti del Baltimore Sun cominciarono a scavare un po' a fondo, scoprirono che la storia era una bugia. La presentazione delle nuove scarpe aveva attratto una piccola folla, ma nessuno era stato ucciso.
 La storia fece scalpore perchè fu subito riletta come il trionfo dei media tradizionali, la rivalsa della vecchia scuola di reporter-detective abituati a chiamare la gente al telefono, fare ricerche, e scoprire la verità.

Un commentatore su un forum in cui si era parlato in termini accesi della tragedia (prima che venisse svelata la verità) commentava in quei giorni così:

Dopotutto, se in questi giorni qualcuno avesse postato un commento segnalando che non c'era stato alcun morto, la sua segnalazione sarebbe stata a malapena udibile nel rumore di fondo. E ci sarebbero state immediatamente decine di persone pronte a sostenere che chiunque mettesse in dubbio la tragedia era un bastardo irrispettoso. C'è qualcosa che si può fare per arginare la "democrazia della massa" (mobocracy nell'originale comento in inglese)? Come possiamo tenere alte le migliori tradizioni del giornalismo utilizzando i nuovi strumenti solo al fine di eliminare le peggiori? Come possiamo preservare l'accuratezza dell'informazione?

C'è senza dubbio cattiva informazione su internet. E siccome è internet, si propaga ad una velocità spaventosa. Ma è anche vero che internet rende il cosiddetto fact-checking molto più veloce ed esaustivo. I sistemi di voto e revisione incrociata utilizzati da factcheck.org o da giganti come wikipedia sono funzionali, e se capita l'errore, come quando un sito di fact-checking come Politifact tira una crepa votando "Bugia dell'Anno" una notizia vera, le reazioni sono immediate.

Una domanda più interessante è perchè, nell'età dell'Informazione dove Google è sinonimo di enciclopedia, esiste la disinformazione (anzi, meglio, la misinformazione).
Come molti debunker fanno spesso notare, tantissime leggende metropolitane sono verificabili semplicemente con un click, in non più di trenta secondi, e tuttavia continuano a circolare da anni.

Per come la vedo io, questo può essere spiegato da un'affascinante teoria su come funziona la mente, avanzata da Hugo Mercier e Dan Sperber, due psicologi cognitivi.

E' credenza comune che la mente umana raccolga le informazioni, e poi applichi ad esse il ragionamento per produrre idee ed opinioni. Ma si tratta di un mito: molti studi hanno dimostrato che gli umani sono piuttosto incapaci quando si tratta di ragionare, almeno nel senso comunemente accettato, e cadono spesso in trappole ben note, come ad esempio il bias di conferma (la tendenza ad assorbire più facilemente le informazioni che confermano il punto di vista già condiviso dal soggetto rispetto a quelle che lo smentiscono).

Mercier e Sperber sostengono che la spiegazione del motivo per cui il ragionamento umano è così portato a commettere errori non è che è di scarsa qualità, ma  è che noi lo misuriamo secondo standard sbagliati. La ragione umana non esiste per fornirci un quadro accurato del mondo; esiste per strutturare e dare vita al confronto. La mente umana è infatti molto più brava ed efficiente a scovare i punti deboli e i difetti nei ragionamenti altrui che nei propri, e nel caso di coppie o gruppi sociali produce in questo modo analisi molto più accurate di quanto faccia se lasciata a se stessa.

Secondo questa teoria, quindi, per quanto ci piaccia pensare altrimenti, i "FATTI" non sono al centro del nostro processo di comprensione del mondo; la loro funzione primaria è invece quella di strumenti per smentire le opinioni altrui.

Questo è il motivo per cui internet ha portato all'età dell'oro del Fact Checking. Internet è un medium perfetto per smentire, e i fatti sono il cuore delle smentite. Il sito di Snopes, ad esempio, serve a confutare in pochi secondi una mail che ci è stata inoltrata da un amico complottaro e petulante, ma pochissime persone lo usano e lo navigano per imparare cose nuove solo per il piacere di farlo.

La teoria di Mercier e Sperber sul funzionamento della mente arriva secondo me dritta al motivo per cui diamo valore all'accuratezza nel giornalismo e nella comunicazione pubblica: li usiamo come "proxy" per la credibilità. Ci serve un punto di riferimento quando costruiamo le nostre credenze: se finiamo per credere in una cosa falsa, infatti, essa finirà per essere inevitabilmente il punto più vulnerabile del nostro sistema di idee e di opinioni. Il fatto che una persona abbia verificato e studiato da vicino (almeno in parte) le cose in cui crede o sulle quali ha una opinione, è il metro sul quale la valutiamo e la giudichiamo. Come politico, come opinion maker, come essere umano pensante.

Ma la scelta di affidarsi a un proxy accurato non è sempre una buona scelta dal punto di vista della qualità. E in ogni caso, la qualità è molto più difficile da verificare.

Il fact checking si può fare sulle singole parole, sulle cifre, sulle date. Quasi sempre, quando una notizia contiene una falsità di questo tipo, puoi correggerla senza cambiare quasi niente del paragrafo a parte il dato errato.
Ma un articolo può essere anche falso in modo più subdolo. Può suggerire connessioni o implicazioni inesistenti anche se i dati sono giusti. Il giornalismo "per sentito dire" o il giornalismo "tizio X ha detto Y" può essere interamente accurato, e non essere utile neanche un po' per spiegare un problema o una idea, per non parlare dell'ispirare empatia o compassione.

Noi continuiamo a credere che la verità col tempo si fa sempre strada, e che la verità dei fatti ci salverà un giorno per sempre dalla menzogna. Questo è il credo di moltissimi (eroici) scova-bufale di professione, che combattono una battaglia di cui non vedono la fine ma nella quale credono molto.
L'idea è che un giorno avremo migliore informazione, prenderemo decisioni migliori, eleggeremo leader e rappresentanti migliori, costruiremo un governo migliore, insomma staremo meglio.

E' una visione molto ottimista, ma io credo che non sia in linea con la vera natura degli esseri umani - né del mondo. Se ci si ferma un momento a ragionare sulla teoria di Mercier e Sperber, si capisce che sono i percorsi narrativi, le idee, e le ideologie che muovono il mondo, e non i fatti.

Internet un giorno eliminerà la piaga dei dati errati. Forse. E certamente, in risposta alla montante marea del qualunquismo boccalone pronto a credere qualsiasi cosa, sta coltivando una nuova progenie di menti che si dedicano a sfoltire il sottobosco della menzogna. E' confortante.

La battaglia per l'accuratezza continua, e non è detto che verrà persa. Ma non bisogna mai dimenticare che l'accuratezza ci può portare solo fino ad un certo punto. E dopo quel punto dubito possa salvarci dalla nostra stessa natura.

domenica 20 luglio 2014

Gne gne gne

Sto diventando ruvido. Mi rendo conto che mi capita sempre più spesso di innescare nelle persone una reazione di difesa. E siccome succede a persone anche molto diverse tra loro (e che non mi hanno mai dato, prima, l'impressione di essere iper-permalose) mi sa che la colpa è mia.

Note to self: addolcisciti, che non c'è nessuna gloria nel vincere il premio di "Asshole of the year".

E poi diciamoci la verità: se sei così intelligente come credi puoi anche indurre le persone a cambiare idea senza inzupparle nel tuo sarcasmo. Per due buone ragioni: la prima è che il sarcasmo non ha mai fatto cambiare idea a nessuno nella storia dell'umanità, poco ma sicuro. E la seconda è che a parti invertite uno che cerca di convertirti a colpi di sarcasmo lo manderesti a fanculo così veloce da fargli venire le meches.

Simple men can look at the mirror and smile. Assholes look  at the mirror and the mirror just smirks back.

La soluzione? mi devo ammorbidire.
Nel frattempo? devo imparare a chiedere scusa, anche se di mio non mi verrebbe. Si può essere convinti di avere ragione e chiedere scusa in ogni caso per il modo in cui la ragione la si difende. Non c'è nulla di male.

lunedì 30 giugno 2014

Parlez moi d'amour

Francese.

B1

AFFONDATO!

Onestamente, dopo averlo fatto, era di una facilità disarmante. Ma sapere che era l'ultimo gradino, sapere che non sapevo se lo sapevo (si lo so :D), e sapere che non sapevo come fare a saperlo meglio (si, lo ri-so :D) mi aveva indotto un'ansia mica da ridere.

Beh, adesso ci rido.

Sotto con l'elaborato finale. Peggio di quel che ho passato fin qua non può essere.

mercoledì 25 giugno 2014

Alessia!!!

E' nata la bimba di Luca e della Manu.

E' davvero bellissima.

mercoledì 11 giugno 2014

Felicità (astenersi perditempo e albani carrisi)

Ogni tanto anche una tartaruga come me può uscire un secondo dal suo guscio e dire senza ripensamenti, pensieri o altro... SONO FELICE.

Due dei migliori esseri umani che io abbia mai incontrato, e che per inciso sono pure sposati, avranno tra qualche mese un piccolo terzo essere umano, il quale deve aver pescato un bel biglietto della lotteria, perchè direi che in quanto a genitori se non ha fatto jackpot poco ci manca.

Essere genuinamente, completamente e disinteressatamente felice per qualcun altro ti fa sentire una persona un po' migliore.


...cosa di cui peraltro c'è gran bisogno a queste latitudini ^_^

mercoledì 7 maggio 2014

This is the end, my only friend. Or is it?

Oggi ho finito gli esami.

Dal 2 gennaio al 7 di maggio, quattro esami, lavorando nel frattempo e affrontando anche uno dei peggiori esaurimenti nervosi della mia vita.
Risultato? 20 - 30 - 30 - 30. Non male come stress-test.

...Dio quanto vorrei essere nella testa di mio padre. O forse no.

In ogni caso, vincitore del premio "miglior messaggio di congratulazioni" è oggi l'esimio dott. Roberto, che mi ha risposto con un "Scandaloso, il sistema universitario italiano fa cacare".

:D

mercoledì 9 aprile 2014

Joyce style

Scrivere di getto è una figata, ed è anche molto utile per mappare i propri pensieri. Cominci a scrivere, ti lasci andare, e quando hai finito rileggi e hai davanti una mappa quasi perfetta dei percorsi mentali. Se ti sembra aggrovigliata e quasi incomprensibile... beh, allora vuol dire che anche i tuoi pensieri lo sono.

Mi è venuta voglia di elaborare un po' il post di qualche settimana fa, quando ho scritto del mio piccolo esaurimento nervoso. E' passato un po' di tempo, alcune cose si sono stabilizzate e altre sono cambiate, e voglio vedere se sono capace di riorganizzare un resoconto di quanto sta accadendo che abbia un inizio e uno sviluppo coerenti.

I fatti: dopo diversi anni in cui sono stato da solo (prima perchè nessuna mi voleva, poi perchè raccontavo a me stesso che stavo bene da solo ma in realtà nessuna mi voleva, e infine perchè, semplicemente, ho smesso di cercare per evitare di trovare solo persone che non mi volevano), ho incontrato una ragazza (più propriamente, una donna - visto che il tempo passa per tutti e non si va più al liceo) che mi piace. Fatto quasi unico per uno come me, all'inizio non mi ha detto molto. Simpatica, spigliata, sveglia, mi ci trovavo bene e morta lì. Il problema è che lavoriamo insieme, e dopo mesi di "conoscenza forzata" ho cominciato a guardarla con occhi diversi.
Non è successo dall'oggi al domani, anzi è stato un processo lento e graduale. E' stato un po' come scoprire una persona un pezzo alla volta, e poi un giorno svegliarsi e realizzare che gli ultimi cento pezzi erano tutti interessanti, e che l'ultima volta che un pezzo scoperto era spiacevole distava mesi.
Comunque, per non divagare: è carina (lo scrivo subito così mi tolgo il pensiero, anche se non conta assolutamente un cazzo - note to self: un giorno bisogna scrivere un post su questo), è intelligente, spigliata, simpatica, ha un senso dell'umorismo fuori dal comune, è testarda e deliziosamente cocciuta. E' forte, ha personalità. E soprattutto si piace per le ragioni giuste e non per le ragioni sbagliate (note to self: un giorno bisogna scrivere un post anche su questo).

Insomma, per non farla tanto lunga: un giorno mi si è piantata in testa la fantasia di chiedermi come sarebbe stato uscire insieme. E per qualche giorno la cosa è montata, fino ad assumere caratteristiche preoccupantemente adolescenziali, vergogna be damned. E' diventata un pensiero fisso, capace di modificare il mio umore con un commento gentile o con un remark sgarbato. Fino al momento in cui ho cominciato a rendermi conto che valutavo ogni parola e ogni gesto "filtrandolo" in base a come l'avrebbe potuto recepire lei. E non per piacerle, eh... ma perchè non potevo farne a meno.

Insomma, mi son preso una bella cotta.

La faccio molto corta e arrivo al dunque: ben lungi dal trovarmi interessante, lei mi ha (probabilmente, penso, spero, boh) trovato semplicemente una persona simpatica. Siamo stati in vacanza insieme con altri amici, ok, siamo stati al cinema o fuori a pranzo, ma niente di che, l'impressione è stata quella di una ragazza che si trova bene con qualcuno e che, volendo andare in vacanza, o al cinema, o non mangiare da sola, lo fa volentieri in compagnia.

Solo che quando prendi una cotta le cose le vedi sempre un po' filtrate. E io mi son fatto dei viaggi (in realtà in vacanza proprio no, la sbandata l'ho presa dopo, ma vabbè, tutto fa brodo - anche il retroattivo). Fatto sta che mentre io pensavo sempre di più a quanto stavo bene con lei, lei... beh, lei no :D. E ad un certo punto, da qualche parte dopo le vacanze di Natale, qualcosa è cambiato. Non ne sono sicuro, ma quasi. E' una persona diversa, più solare, più amichevole, ma palesemente molto meno in cerca di amici. Ha ritrovato un suo equilibrio, e da qualche mezza conversazione capitata per caso, secondo me non è più single.
E in ogni caso, qualunque invito "estraneo" al lavoro (ah già, lavoriamo insieme, l'ho già detto?) è sempre stato trattato coi guanti di gomma. Si esce a pranzo, ma una birra alla sera è stata cassata più volte. La sensazione (I've been known to be wrong on the matter before) è che fino ad un certo punto si possa andare, ma che ci sia una invisibile linea che renda i contatti "di lavoro" accettabili, ma quelli "sociali extralavoro" off limits, a meno di non coinvolgere altri amici.

Comunque sia, mi stupirebbe sommamente scoprire che una come lei possa rimanere single un anno intero, quindi per semplicità di calcolo diciamo che è una ragazza estremamente piacevole e che la cosa più probabile è che abbia un uomo.

Ma la sto facendo anche troppo lunga. Il sugo è: ho conosciuto una donna, mi piace molto, siamo amici (nemmeno "buoni amici", direi... forse proprio solo "colleghi che vicendevolmente si apprezzano") ma niente più e lei credo ora si sia sistemata con qualcuno che le piace. Uhm, si, meglio, c'è tutto l'importante.

Allora qual è la situazione? E' che dopo anni di isolamento volontario, attentamente costruito per evitare di sentirmi troppo solo (prego notasi la meraviglia e la crudele, chirurgica precisione di questo ragionamento ossimorico), son stato investito da un treno merci carico di paure e ricordi. Ricordi di come si sta quando il tuo umore dipende da qualcuno. Da cosa può farti, nel bene e nel male, la speranza.

L'esaurimento nervoso è stato pesante, e dovuto a due motivi fondamentali: il primo, banale, umano, e tristissimo, derivante dal fatto che lei mi piace, molto, e che lei ha scelto qualcun altro - senza peraltro nemmeno prendere in considerazione me, ma tralasciamo questo fatto. E il secondo, derivante dal fatto che all'improvviso mi sono trovato nuovamente inondato da tutte quelle sensazioni, passioni, emozioni dalle quali per anni ho cercato di distanziarmi, perchè avevo già sofferto anche troppo.

E delle due cose, se la prima mi ha fatto vacillare, la seconda è stata di molto peggiore.

La prima mi ha fatto vacillare perchè se lei ha scelto un altro, vuol dire che non aveva mai pensato a me in quel modo: nella testa di solito si ha una persona per volta. Il che fa male, ma oh... perlomeno "averla persa per timidezza, inattività, scarsa attenzione" non è un rimpianto che mi porto dietro. Magari l'ho persa perchè sono brutto, o perchè sono antipatico, ma insomma, per motivi non contingenti. Per motivi, per esser chiaro, che mi avrebbero fatto dire di no anche se mi fossi "dichiarato". (per fortuna che queste cose non le legge nessuno - lol).

La seconda questione invece è stata per me fonte di sofferenza, quella vera. Dopo Elisa ho preso un impegno con me stesso. Di non stare più così male. E a suo tempo ci stava, come scelta. Solo che poi questo impegno l'ho strumentalizzato, e l'ho trasformato pian piano nella rinuncia sistematica a qualsiasi tentativo di cercarmi una compagna. Ho fatto della convinzione di stare bene con me stesso una armatura, e quel che è ancora peggio, ne ho fatto un dogma. Ossia una decisione non soggetta a periodica revisione di validità, ma scritta nel cemento, come una regola o un assioma da accettare "perchè si" e da cui deriva tutto il resto. Questo, forse, è stato un errore.
Fabio, ad esempio, ritiene che lo sia stato. Dice che mi sto inaridendo, perchè come tutte le cose anche all'amore bisogna allenarsi, e se per troppo tempo non ti alleni, sei spaventosamente fuori forma quando c'è da giocare. O rischi addirittura di convincerti, prima del fischio finale, che non ti va di giocare più, il che è la sconfitta peggiore.

Io non ho ancora raggiunto un equilibrio, su questo. Lei mi piace ancora, moltissimo. La trovo una donna straordinaria, e mi piacerebbe poterci conoscere senza avere la necessità di chiacchierare con un massimo di 30 minuti per volta, o di parlare sempre di straforo di lavoro. Ma non ho alcuna intenzione di diventare suo amico. Ci son già passato e mi spiace ma proprio non si può. Sarà un mio limite, ma considero la frase "guarda, tanto per essere chiari, io non voglio essere tuo amico" la cosa migliore che io abbia mai detto a Elisa. Perchè era vera.
 Comunque sia, almeno ho smesso di starci male tutti i giorni, ho recuperato faticosamente il mio equilibrio e diciamo che per il momento va bene così. Mi dispiace, ma i Rolling Stones avevano ragione: "You can't always get what you want".

Quanto al cosa fare, in futuro, riguardo a me stesso... boh. Ringrazio di avere così tanto da fare in questi giorni da non avere tempo di pensarci. Da un lato gli ultimi anni sono stati sentimentalmente aridissimi, senza contare che raccontarsi tutte le mattine che l'uva è acerba e che quindi non ti va richiede comunque una forza di volontà stratosferica (che probabilmente le persone normali nemmeno si immaginano). E comunque, c'è sempre da fare i conti con il fatto, innegabile, che tutto questo sforzo votato all'autoconvincimento è stato spazzato via come foglie al vento alla prima, seria volta che ho visto una donna che meritasse di essere guardata con occhi speciali. Per cui va revisionata un attimo la tenuta dell'armatura, quantomeno, visto che a fronte di tutto questo sforzo poi si taglia comunque come un grissino... :D

D'altra parte... d'altra parte se non mi ricordassi quanto male si sta a sentirsi non considerati, non all'altezza, inadeguati, indesiderabili, e quanto "non male" si sta quando questi pensieri e queste preoccupazioni le seppellisci in cantina e butti la chiave... questi mesi mi hanno fatto ricordare tutto.

E' bruttissimo. Ti svegli e non ti piace quello che vedi. Vorresti cambiare, ma se avessi la forza di cambiare dentro di te, non saresti a trentacinque anni quello che vedi nello specchio. Ti si chiude il mondo attorno, e ti accorgi che sei solo, e che essere soli fa schifo.

Devo trovare una soluzione che non sia figlia della paura. Se c'è una cosa peggiore dello stare soli (e non so se c'è, dico "se") è lasciare che la paura decida per me se voglio stare solo o no.

Ma per stasera basta così.

Questo post me lo rileggo tra una settimana. Voglio usarlo come cartina tornasole e vedere se penso dritto o penso contorto.

Smell you later.

martedì 4 marzo 2014

Cambio. Di marca.

Puoi conoscere una persona da molto tempo e realizzare comunque un giorno che i suoi processi mentali sono diversi da quelli che pensavi.

E' bastata una sera fuori per farmi rendere conto di quanto poco, sotto alcuni aspetti, conoscessi uno dei miei migliori amici.

Non è stata necessariamente una brutta sorpresa, ma un po' mi ha fatto pensare. Forse vale così anche per me, è stato il primo pensiero. 'Sto whisky torbatissimo è particolarmente buono, è stato il secondo pensiero.

Quindi, se devo trovare una morale alla sera di venerdì, essa è: "Devo comprarmi una boccia di Talisker".

martedì 25 febbraio 2014

Trenta semiotici entrarono a Trento


Il mondo sta veramente finendo. Trenta in semiotica 2... cioè... IO.
Io. Trenta. In Semiotica 2.

Elle - o - elle.

Vabbè, come tutto, si prende e si mette in saccoccia, per carità. Continuo a non aver voglia di festeggiare, a costo di sembrare Conan il Burbero.

Ma anche senza chiedere, ieri sera ho trovato qualcuno che mi ha dato una pacca sulla spalla, mi ha accolto con un sorriso, ha sbattuto la propria pinta di birra contro la mia, e in silenzio mi ha fatto riposare la testa i nervi e il cuore bevendola insieme a me.

Può bastare. E ce n'avanza.

Sotto a chi tocca.

venerdì 21 febbraio 2014

The Dark Knight Rises

Questo piccolo spazio di riflessione è diventato una specie di buon proposito vivente. Non riesce a prendere davvero vita, per una miriade di ragioni tra le quali la mia pigrizia brilla col fulgore di una supernova, ma al tempo stesso si rifiuta di morire. Credo sia una specie di monumento alla mia voglia di fare outing di tutte le cazzate che mi vengono in mente.

La cosa interessante è che questo spazio nascosto e sospeso tra il pubblico e il privatissimo (come altrimenti definire un blog che non legge nessuno?) è esattamente quello che ci vuole. Placa il mio narcisismo latente senza metterlo davvero in gioco. E' come ammettere i propri peggiori difetti ad alta voce in una stanza che si sa essere vuota... catartico e non particolarmente coraggioso. Best of both worlds.

Dunqe, cosa è successo dall'ultima volta? Alcune cose.
  • Ho due gatti, che amo.
  • Ho tolto la polvere dal libretto, anche se a ben guardare non è merito mio.
  • La mia cronica necessità di autogratificazione immediata si è acuita.
  • Come conseguenza dei due punti precedenti, sono notevolmente più povero di prima.
  • Sono uscito dalla bolla di Mew.
  • ...Per poi cercare di rientrarci in tutta fretta, ma almeno qualche cosa l'ho imparata.
  • Il "tutta fretta" è comunque relativo, visto che zoppico da due mesi, prima a destra poi a sinistra, hoplì, hoplà.

E quindi qualcosa si muove. La notizia che fa da contorno e cornice a tutto il resto, naturalmente, è che sto provando a prendere a calci in culo il più big e bad dei bbeg: il nero cavaliere universitario. Ma prima che sembri che mi stia lodando, va detto che il tempo non risparmia nemmeno i bbeg. E come nei film epici che alla fine vogliono chiudere con l'amaro, anche in questo caso il protagonista sta scoprendo che la vittoria, anche nel caso arrivasse, non avrà alcun sapore.

In mezzo a tutta questa fatica che non porterà a nulla anche se porterà a qualcosa, ho avuto una specie di piccolo esaurimento nervoso.
Ho scoperto che l'armatura che mi sono faticosamente costruito addosso è di pongo quando conta davvero: per la prima volta dopo non-so-più-quanto-ma-non-si-conta-nè-in-settimane-nè-in-mesi ho conosciuto una persona che ho cominciato a guardare con occhi diversi. E come per il quadro di Baricco: FRAN.

Ora, io non voglio dire che ci debba sempre essere una gradualità nelle cose, ma è incredibile quanto forte sia arrivata la sberla, prima che arrivasse il Trauma Team a spianare tutto con gli M60 e a riportare una parvenza di calma. E non è stata nemmeno tanto la cosa in sè, per brutto che appaia dirlo: la parte peggiore, quella che ha colpito davvero il ventre molle fino a cavare tutto il fiato, è stato lo spettro di rimanere solo. Una cosa brutta, cattiva, che credevo di avere sconfitto definitivamente anni fa. Una pace vigile, per dirla alla Tolkien, che si è squagliata come neve appena qualcosa è arrivato a scaldare appena un pochino.

Le cose ora vanno meglio, in parte perchè ho ripreso il controllo(l), in parte perchè è chiaro che la familiarità e la gentilezza non sono sintomi che di familiarità e di gentilezza, e scemo io a farmi i viaggi. E poi davvero, finita la fase acuta, il desiderio lo posso gestire. Sono forte e adulto abbastanza, per quanto grande esso sia. E' la paura che mi frega, non il desiderio. E a quella ho scoperto di non essere impermeabile per niente.

Certo, non aiuta che gli amici con cui posso parlarne, e ai quali posso chiedere non tanto un consiglio (i consigli, qui lo dico per le generazioni a venire, non servono a NIENTE) ma un abbraccio e uno strapuntino del loro tempo per sentirmi meno solo, si siano ulteriormente ridotti. Non è colpa di nessuno, suppongo, ma sono posti che non si rimpiazzano.

Se per caso tra qualche giorno mi va di provare a elaborare sull'esaurimento nervoso (c'è altro da dire, non sono uno che si piega in due solo per una cotta!!!), bene. Altrimenti, caro blog immortale che campi di aria, ci vediamo tra un anno.

Ah, in ogni caso ho già deciso come festeggerò la vittoria contro il Cavaliere Nero: comprerò una bottiglia di Champagne Cristal. E la verserò, interamente, nel cesso.

Poi uscirò a prendermi una birra, perchè la coerenza è una virtù.