giovedì 31 luglio 2014

Errore mio

Oggi ha pranzo ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, forse. Cercare di spiegare me stesso davanti a un piatto di insalata.

Ho avuto l'impressione che tutti abbiano subito inquadrato la situazione come un dibattito dove erano in competizione punti di vista contrapposti e dove si segnava un punto se si mostrava all'avversario dove stava il suo errore.

Mentre invece parlavo di me.

E' stata una cosa stupida.

Verità, Bugie, Internet

Qualche anno fa girò per Twitter una storia orribile: un ragazzo era stato ucciso in una rissa davanti ad un negozio dove era esposto in anteprima l'ultimo modello di Nike.
Quando due giornalisti del Baltimore Sun cominciarono a scavare un po' a fondo, scoprirono che la storia era una bugia. La presentazione delle nuove scarpe aveva attratto una piccola folla, ma nessuno era stato ucciso.
 La storia fece scalpore perchè fu subito riletta come il trionfo dei media tradizionali, la rivalsa della vecchia scuola di reporter-detective abituati a chiamare la gente al telefono, fare ricerche, e scoprire la verità.

Un commentatore su un forum in cui si era parlato in termini accesi della tragedia (prima che venisse svelata la verità) commentava in quei giorni così:

Dopotutto, se in questi giorni qualcuno avesse postato un commento segnalando che non c'era stato alcun morto, la sua segnalazione sarebbe stata a malapena udibile nel rumore di fondo. E ci sarebbero state immediatamente decine di persone pronte a sostenere che chiunque mettesse in dubbio la tragedia era un bastardo irrispettoso. C'è qualcosa che si può fare per arginare la "democrazia della massa" (mobocracy nell'originale comento in inglese)? Come possiamo tenere alte le migliori tradizioni del giornalismo utilizzando i nuovi strumenti solo al fine di eliminare le peggiori? Come possiamo preservare l'accuratezza dell'informazione?

C'è senza dubbio cattiva informazione su internet. E siccome è internet, si propaga ad una velocità spaventosa. Ma è anche vero che internet rende il cosiddetto fact-checking molto più veloce ed esaustivo. I sistemi di voto e revisione incrociata utilizzati da factcheck.org o da giganti come wikipedia sono funzionali, e se capita l'errore, come quando un sito di fact-checking come Politifact tira una crepa votando "Bugia dell'Anno" una notizia vera, le reazioni sono immediate.

Una domanda più interessante è perchè, nell'età dell'Informazione dove Google è sinonimo di enciclopedia, esiste la disinformazione (anzi, meglio, la misinformazione).
Come molti debunker fanno spesso notare, tantissime leggende metropolitane sono verificabili semplicemente con un click, in non più di trenta secondi, e tuttavia continuano a circolare da anni.

Per come la vedo io, questo può essere spiegato da un'affascinante teoria su come funziona la mente, avanzata da Hugo Mercier e Dan Sperber, due psicologi cognitivi.

E' credenza comune che la mente umana raccolga le informazioni, e poi applichi ad esse il ragionamento per produrre idee ed opinioni. Ma si tratta di un mito: molti studi hanno dimostrato che gli umani sono piuttosto incapaci quando si tratta di ragionare, almeno nel senso comunemente accettato, e cadono spesso in trappole ben note, come ad esempio il bias di conferma (la tendenza ad assorbire più facilemente le informazioni che confermano il punto di vista già condiviso dal soggetto rispetto a quelle che lo smentiscono).

Mercier e Sperber sostengono che la spiegazione del motivo per cui il ragionamento umano è così portato a commettere errori non è che è di scarsa qualità, ma  è che noi lo misuriamo secondo standard sbagliati. La ragione umana non esiste per fornirci un quadro accurato del mondo; esiste per strutturare e dare vita al confronto. La mente umana è infatti molto più brava ed efficiente a scovare i punti deboli e i difetti nei ragionamenti altrui che nei propri, e nel caso di coppie o gruppi sociali produce in questo modo analisi molto più accurate di quanto faccia se lasciata a se stessa.

Secondo questa teoria, quindi, per quanto ci piaccia pensare altrimenti, i "FATTI" non sono al centro del nostro processo di comprensione del mondo; la loro funzione primaria è invece quella di strumenti per smentire le opinioni altrui.

Questo è il motivo per cui internet ha portato all'età dell'oro del Fact Checking. Internet è un medium perfetto per smentire, e i fatti sono il cuore delle smentite. Il sito di Snopes, ad esempio, serve a confutare in pochi secondi una mail che ci è stata inoltrata da un amico complottaro e petulante, ma pochissime persone lo usano e lo navigano per imparare cose nuove solo per il piacere di farlo.

La teoria di Mercier e Sperber sul funzionamento della mente arriva secondo me dritta al motivo per cui diamo valore all'accuratezza nel giornalismo e nella comunicazione pubblica: li usiamo come "proxy" per la credibilità. Ci serve un punto di riferimento quando costruiamo le nostre credenze: se finiamo per credere in una cosa falsa, infatti, essa finirà per essere inevitabilmente il punto più vulnerabile del nostro sistema di idee e di opinioni. Il fatto che una persona abbia verificato e studiato da vicino (almeno in parte) le cose in cui crede o sulle quali ha una opinione, è il metro sul quale la valutiamo e la giudichiamo. Come politico, come opinion maker, come essere umano pensante.

Ma la scelta di affidarsi a un proxy accurato non è sempre una buona scelta dal punto di vista della qualità. E in ogni caso, la qualità è molto più difficile da verificare.

Il fact checking si può fare sulle singole parole, sulle cifre, sulle date. Quasi sempre, quando una notizia contiene una falsità di questo tipo, puoi correggerla senza cambiare quasi niente del paragrafo a parte il dato errato.
Ma un articolo può essere anche falso in modo più subdolo. Può suggerire connessioni o implicazioni inesistenti anche se i dati sono giusti. Il giornalismo "per sentito dire" o il giornalismo "tizio X ha detto Y" può essere interamente accurato, e non essere utile neanche un po' per spiegare un problema o una idea, per non parlare dell'ispirare empatia o compassione.

Noi continuiamo a credere che la verità col tempo si fa sempre strada, e che la verità dei fatti ci salverà un giorno per sempre dalla menzogna. Questo è il credo di moltissimi (eroici) scova-bufale di professione, che combattono una battaglia di cui non vedono la fine ma nella quale credono molto.
L'idea è che un giorno avremo migliore informazione, prenderemo decisioni migliori, eleggeremo leader e rappresentanti migliori, costruiremo un governo migliore, insomma staremo meglio.

E' una visione molto ottimista, ma io credo che non sia in linea con la vera natura degli esseri umani - né del mondo. Se ci si ferma un momento a ragionare sulla teoria di Mercier e Sperber, si capisce che sono i percorsi narrativi, le idee, e le ideologie che muovono il mondo, e non i fatti.

Internet un giorno eliminerà la piaga dei dati errati. Forse. E certamente, in risposta alla montante marea del qualunquismo boccalone pronto a credere qualsiasi cosa, sta coltivando una nuova progenie di menti che si dedicano a sfoltire il sottobosco della menzogna. E' confortante.

La battaglia per l'accuratezza continua, e non è detto che verrà persa. Ma non bisogna mai dimenticare che l'accuratezza ci può portare solo fino ad un certo punto. E dopo quel punto dubito possa salvarci dalla nostra stessa natura.

domenica 20 luglio 2014

Gne gne gne

Sto diventando ruvido. Mi rendo conto che mi capita sempre più spesso di innescare nelle persone una reazione di difesa. E siccome succede a persone anche molto diverse tra loro (e che non mi hanno mai dato, prima, l'impressione di essere iper-permalose) mi sa che la colpa è mia.

Note to self: addolcisciti, che non c'è nessuna gloria nel vincere il premio di "Asshole of the year".

E poi diciamoci la verità: se sei così intelligente come credi puoi anche indurre le persone a cambiare idea senza inzupparle nel tuo sarcasmo. Per due buone ragioni: la prima è che il sarcasmo non ha mai fatto cambiare idea a nessuno nella storia dell'umanità, poco ma sicuro. E la seconda è che a parti invertite uno che cerca di convertirti a colpi di sarcasmo lo manderesti a fanculo così veloce da fargli venire le meches.

Simple men can look at the mirror and smile. Assholes look  at the mirror and the mirror just smirks back.

La soluzione? mi devo ammorbidire.
Nel frattempo? devo imparare a chiedere scusa, anche se di mio non mi verrebbe. Si può essere convinti di avere ragione e chiedere scusa in ogni caso per il modo in cui la ragione la si difende. Non c'è nulla di male.