domenica 24 ottobre 2010

L'importanza della famiglia

In questi ultimi giorni mi è capitato di assistere ad alcune scene che mi hanno fatto riflettere, e riflettendo ho realizzato che forse non sono abbastanza grato (a Dio? al Destino? a me stesso? a loro?) della famiglia che mi è toccata in sorte.

Non parlo della qualità delle persone. Tutti quanti hanno pregi e difetti, ed in ogni caso sono sempre più convinto che non esistano persone "a posto" e persone "marce", ma solo persone "compatibili" e persone "incompatibili". Ad esempio, anche nella mia famiglia, ci sono persone incompatibili con me... persone che hanno diverse priorità, diversi sensi dell'umorismo, diverse moralità e diversi modi di affrontare la vita. Persone, per farla breve, con le quali a parte il legame familiare ho davvero poco da spartire.

Ma il punto sta proprio qui. Il legame familiare è quella cosa che tiene insieme persone che insieme non starebbero, e anzi è così potente da trasformare queste persone diversissime tra loro in un insieme forte, molto più forte della somma dei singoli. E' un legame basato (in diverse quantità) sulla solidarietà, sull'affetto, sul dovere e sulla responsabilità.

Spesso, è anche un legame che si dà per scontato. Soprattutto tra adulti, quando l'imprescindibile pulsione ad aiutare chi è indifeso scema fino a scomparire. Per forza mi aiuta, è mio padre. Per forza si preoccupa, è mia madre. Per forza le voglio bene, è mia sorella.

Beh, bisogna ricordarsi che tutti questi "per forza" non sono per niente scontati. Vengono dalla pulsione interiore di appartenere ad un gruppo, un gruppo del quale occuparsi e che si è preso (e si prende, e si prenderà) cura di noi.

Il legame di sangue, con questo, non c'entra. La famiglia è una costruzione sociale, non una costruzione biologica. Quando è stato chiaro che mia sorella aveva fatto la sua scelta, il ragazzo che sarebbe diventato mio cognato è diventato uno della famiglia. Mia sorella gli ha dato la tessera, se vogliamo, e tanto basta. Ha ricevuto un buono gratis di rispetto, di considerazione, e di solidarietà incondizionata, e la cosa più bella è che l'ha ricevuto senza un "credito pregresso"... nessuno di noi era in debito con lui, e lui non era in debito con noi. Semplicemente, è stato accolto, e da allora ha partecipato delle nostre gioie e dei nostri dolori, e noi abbiamo fatto altrettanto.

Per fare un esempio di cosa intendo con questo discorso: ho visto adolescenti occuparsi, anche teneramente, dei nonni, perchè quando erano piccoli i nonni si occupavano di loro. Oppure genitori occuparsi dei propri figli, restando comunque intrinsecamente diffidenti di chi questi figli si portano in casa, considerando queste persone "non di famiglia". Beh, credo che svilire il rapporto familiare fino a considerarlo una "dovuta restituzione di un favore", o un dovere biologico non estensibile, sia riduttivo a dir poco.

Tornando al motivo per cui ho scritto questa blog entry (evento più unico che raro, perchè sono un fottuto pigrone): credo di avere scordato, o di non aver mai apprezzato abbastanza, quanto sia bello avere attorno persone che sentono questo vincolo familiare come lo sento io. Aver incontrato realtà in cui questo legame è meno sentito (anzi, non meno sentito, soltanto sentito in maniera diversa) mi ha fatto all'improvviso ricordare che potrebbe essere molto peggio.

Per cui, ogni tanto è giusto fermarsi e considerare che si è fortunati ad avere intorno una famiglia vera.

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